Nasce inizialmente come chiesetta votiva, per poi trasformarsi – da metà degli anni ‘90 – nell’egocentrica casa-museo di Vincent Brunetti, un’artista egocentrico a cui piace trovare ispirazione nella sua “tenuta“, se così si può definire, in Salento.
Si presenta con una facciata in cui figurano elefanti, asini, lumache ma anche putti, madonne e persino un David, piastrelle di svariati colori e grandi scritte di sapore biblico rifiniscono il tutto.
Sia all’interno che all’esterno tutto viene accostato a tutto: creazioni sue e di collaboratori, copie di opere conosciute o ready-made di oggetti recuperati e decontestualizzati, scale piccole e grandi, soffitti bassi e alti, porticine che si aprono sulle stanze più improbabili. Un’altra casa ospita le sue opere pittoriche in vendita: qui ogni domenica il “Maestro” si esibisce in performance a ritmo di musica davanti a numerose persone.
In somma è la Las Vegas Pugliese del recupero.
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